P R O G E T T I

ATTACCHI D’ARTE RESIDENZIALI – Ed. 2020

Dal 17 al 22 Febbraio 2020

La residenza artistica di Giorgio Di Palma

Ai consueti 3 Attacchi d’arte annuali si affiancano gli Attacchi d’Arte Residenziali dove l’artista diventa ospite per qualche giorno della struttura sociosanitaria, in quella che viene nel mondo dell’arte definita “residenza artistica”. L’artista che vi partecipa ha così la possibilità di vivere a stretto contatto con gli Ospiti, soggetti “particolari” che hanno bisogno di attenzioni speciali, e costruire con loro un percorso, un dialogo, quasi una ricerca sul campo, una sorta di “osservazione partecipante” di Malinowskiana memoria, basata sulla “prolungata” permanenza e partecipazione alle attività del gruppo sociale “analizzato”, in questo caso, dall’artista, al fine di riuscire, attraverso l’arte, a raccontare quel mondo interiore e le dinamiche relazionali degli Ospiti della comunità ospitante.

L’idea degli Attacchi d’Arte residenziali è quella di riuscire, con l’aiuto dell’artista, a creare “opere” in grado di “raccontare” il mondo intimo, emotivo, lo spirito di comunità, e la “malattia mentale”, con l’intento di metterle in mostra, all’interno e all’esterno della struttura, un modo affatto originale per attirare l’attenzione verso il “disagio mentale”, al fine di sensibilizzare – con l’arte – l’opinione pubblica su queste tematiche, contribuire alla lotta allo stigma e stimolare la partecipazione e l’inclusione sociale.

Quest’anno la residenza artistica che si svolgerà in struttura dal 17 al 22 febbraio 2020 sarà condotto dall’outsider della ceramica Giorgio di Palma, celebre a livello internazionale per i suoi “oggetti inutili” come ama definire le sue opere, che interagirà con gli Ospiti della struttura a colpi di argilla e ceramiche dai colori sgargianti.

Di Palma, classe ’81, con una laurea in archeologia nel cassetto, si dedica ormai da diversi anni alla creazione di originali opere d’arte in ceramica, oggetti di un passato non troppo lontano, che riprendono vita nelle mani dell’artista grottagliese diventando “oggetti non utilizzabili”, ma non per questo meno desiderabili, come solo le opere d’arte sanno essere: macchinette fotografiche, coni gelato spiaccicati e ghiaccioli morsicati, telefoni anni 80, palloncini e vecchie macchine da scrivere, oggetti rigorosamente di ceramica.

«In un’epoca di eccessi e sprechi il mio scopo è – come si legge nel suo sito – realizzare oggetti caduti in disuso già dalla nascita, inutilizzabili ma impossibili da lasciarsi dietro. Saranno loro a sopravviverci perché di terracotta, quindi immortali». Attraverso la macchina del tempo chiamata ceramica si diverte a trasformare l’inutile in eterno.

Giorgio Di Palma, che non ha frequentato Istituti d’arte o accademie, ha fatto il tecnico informatico a Budapest per poi fare rientro a Grottaglie, dove ha aperto un piccolo studio e avviato una piccola produzione. Dal 2010 lavora con la ceramica, come fa suo padre da cinquant’anni e come hanno fatto tantissimi grottagliesi per secoli. Lui però lo fa a modo suo, lasciando spazio all’immaginazione, trascurando la tecnica ed evitando che i suoi manufatti possano avere una reale funzionalità. Fa “ceramiche di cui non c’era bisogno”. Ma proprio per questo la sua creatività ha varcato i confini nazionali, dove partecipa a residenze artistiche ed espone le sue ceramiche in mostre personali.

Al fine di sensibilizzare e coinvolgere chi intende avvicinarsi alle tematiche dell’inclusione sociale e del disagio mentale è possibile prenotarsi per partecipare all’Attacco d’arte residenziale chiamando in struttura: l’evento è aperto a 5 persone.